Un ricordo di Alcide Cervi a Genova nel 51°anniversario della sua morte

Incontrare una fotografia in grado di raccontare una storia è sicuramente fonte di soddisfazione, queste fotografie, trovate in un archivio dell’ANPI di Sestri Ponente, di storie riescono a raccontarne alcune, soprattutto sono state di stimolo a ricercarne altre sempre legate alla visita di Alcide Cervi a Genova nel 1955, nell’anno che non è solo il decimo anniversario della Liberazione, ma è anche l’anno in cui a Genova è in atto uno scontro serrato con i lavoratori portuali che porta a 120 giorni di sciopero e a frequenti scontri con la polizia, nel tentativo di fiaccare la determinazione dei portuali genovesi.

Si troverà l’appoggio nei confronti dei portuali nel titolo di un resoconto di alcuni avvenimenti di quei giorni nella riproposizione sull’Unità di una intervista precedente e riproposta proprio nel giorno della sua morte. Unità del 27-3-1970


Al momento non ci sono riscontri su passaggi istituzionali, come con il Sindaco di allora Pertusio (democristiano) e l’immagine che lo ritrae a Palazzo Tursi è insieme all’ex Sindaco di Genova Gelasio Adamoli che lo accompagnerà anche in alcuni dei suoi giri nel genovesato.
Sono significative le foto scattate a Sestri Ponente perché sono di un Corteo di ritorno dal Sacrario dei caduti partigiani. Sacrario inaugurato nel 1950 dove sono stati ricomposti i resti di molti caduti sestresi. Opera fortemente voluta dalla comunità sestrese che partecipò con raccolte di materiali e di danaro, oltre al volontariato nella costruzione del sacrario stesso.

 Sulla destra di Papà Cervi, un altro padre testimonia il dramma dei figli uccisi dal fascismo. E’ Antenore Alpron, padre dell’ebreo comunista Sergio Alpron dall’8 settembre attivo nelle formazioni clandestine armate antifasciste. Catturato nel Ponente Ligure nel gennaio 44 sarà prima torturato e poi ucciso nell’ex fortezza del Priamar a Savona. A lui sarà intestata la  346ª Brigata Garibaldi SAP “Alpron” che fu una  Brigata Partigiana che operò a Sestri Ponente.

Sestri Ponente
Alcide Cervi dopo la visita al Sacrario Partigiano



Sulla Sinistra Gelasio Adamoli, si iscrisse al partito comunista nel 1926, nel secondo conflitto mondiale operò come tenente dell’esercito e dopo l’8 settembre si attivò nella lotta partigiana insieme al fratello prima in Abruzzo e successivamente a Genova. Dopo il 25 aprile sarà nominato vicequestore per i meriti conseguiti nella guerra partigiana e membro della direzione del PCI genovese, sarà eletto sindaco di Genova nel 1948 e durerà in carica sino al 1951. Nel 1958 entrò in Parlamento come deputato, successivamente fu eletto senatore.
In questa fotografia, inoltre è visibile uno degli accompagnatori di Alcide Cervi. Si tratta di Giacomo Notari, fino a poco tempo fa presidente dell’ANPI di Reggio Emilia. A quel tempo, oltre ad accompagnare Alcide, per conto del PCI reggiano organizza il rientro a votare delle domestiche, donne di servizio nelle “famiglie bene” genovesi che provengono dall’appennino reggiano. Anche lui è stato partigiano perdendo un fratello e uno zio. Nella fotografia è l’unico davanti alla bandiera con una giacca o camicia bianca, che con i capelli scuri lo mettono in evidenza. Sul sito dell’ANPI di Reggio Emilia aveva reso questa testimonianza in cui parla anche di quei giorni genovesi (clicca qui).

La seconda fotografia è il corteo che finita la discesa dal cimitero sfila in via Merano a Sestri e i protagonisti sono sempre Cervi, Alpron e Adamoli.
L’ultima foto che riguarda Sestri vede Papà Cervi in un incontro con la comunità sestrese.

Le due fotografie di Cervi a Cogoleto tratte dal libro “Quei tragici 20 mesi” di Mino Daccomi ci legano al giorno della morte di Alcide Cervi, in quanto in una pagina dell’Unità viene pubblicata una intervista in cui Alcide racconta dell’incontro col sindaco di allora, del suo rientro in treno, delle sette medaglie, dei suoi sette figli.

Ancora a Genova vengo ricevuto dal comune di Cogoleto dove il sindaco e democristiano Ce una grande sala affollata e il sindaco fa un bel discorso sul sacnficio dei figli Poi dice “la parola a papa Cervi” Io non
me l’aspettavo e dico due parole:
— Io non faccio distinzione — dico— tra i rossi e l bianchi Per me siamo tutti italiani e dovremmo stare
uniti per salvare la pace e fare più bella l’Italia.
Che volevate che dicessi? Eppure tutti applaudivano e volevano stringermi la mano. Quando esco dalla sala il maresciallo dei carabinieri chiama il fotografo e dice — Voglio farmi una fotografia insieme a papa Cervi. Questa e una fotografia storica. Cosi mi sono pure fotografato insieme a un maresciallo che di ****.
AI ritorno prendiamo il treno e io sto nello scompartimento insieme a Veleno che mi accompagna C’é una
vecchina davanti a me che guarda le mie sette medaglie d’argento e mi chiede:
— Scusi cosa sono quelle sette medaglie?
— Sono sette figli — rispondo io
—Morti?
— Si morti
— Sette figli morti’ E sono morti in guerra?
— No li hanno uccisi i fascisti…

dall’Unità del 27 marzo 1970

Ringrazio per la disponibilità, le informazioni e il materiale
L’Istituto Cervi di Reggio Emilia
L’ANPI di Reggio Emilia
L’ANPI di Cogoleto
L’ANPI di Sestri Ponente dove sono state reperite le prime foto
Grazie soprattutto a Marina Notari e Giacomo Notari per l’intervista

Loris

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