Non facciamoci fottere, non è vero che non importa chi vaccina purchè si vaccini.

Recentemente mi sono sentito dire da persona che si occupa di informazione, che non importa chi vaccina. Che le prese di posizioni di chi si scaglia contro le scelte di affidamento ai privati, sono determinate da scelte ideologiche di un insopportabile politichese.
Naturalmente non sono d’accordo e motivo da fruitore ancor prima che da persona che sa parlare di politica pur non essendo un politico.
Quando nel 1978 fu istituito il Sistema Sanitario Nazionale fu soppresso il sistema delle Mutue per garantire a tutti l’accesso alle cure.
Ci furono successivamente due passaggi che si riveleranno fondamentali per comprendere cosa sta accadendo oggi: l’aziendalizzazione della sanità pubblica e la modifica del titolo V della Costituzione con la regionalizzazione della Sanità.
Di fatto sanità pubblica e sanità privata entravano in concorrenza lasciando alla sanità pubblica il vincolo del pareggio di bilancio.

La sanità è composta da diverse attività che vanno dalla ricerca, alla prevenzione alla cura.
Uno Stato che investe in ricerca e formazione ha la possibilità di non dover subire il ricatto delle grandi case farmaceutiche.
Lo Spallanzani ha dimostrato come strutture pubbliche, con ricercatori spesso precari, siano stati particolarmente efficaci nell’isolare rapidamente il virus del covid 19.
Senza il loro intervento la strada verso il vaccino avrebbe ritardato sensibilmente.

Abbiamo strutture che per mere ragioni di bilancio sono state chiuse in contrasto con l’evidente rispondenza che trovavano sul territorio.
Più veniva depotenziata la sanità pubblica e più quella privata impiantava nuove strutture. La maggior parte delle RSA sono private, di cui molte in convenzione. Perché devono essere i privati a speculare sui nostri anziani?
Sui vaccini è stata fatta la scelta di pagare di più le vaccinazioni affidandosi a privati o a farmacisti togliendo comunque risorse alla sanità pubblica.

Continuando così senza un contingentamento minoritario dell’intervento privato e la sanità per la quale paghiamo in termini di fiscalità, ridurrà il suo quadro di intervento.
Contribuiremo invece molto fattivamente alla deforestazione della “sanità pubblica” alterando sempre più il welfare State.
Fino a che punto sarà consentito prima del “non ritorno” ?
Questo, francamente, non penso proprio sia lo spirito dell’art.32 della nostra Costituzione.
L’erogazione di un servizio come quello sanitario non può ne deve rispettare un vincolo come il pareggio di bilancio.

Per queste ragioni, anche sulle vaccinazioni il primato deve rimanere appannaggio delle strutture pubbliche, e soprattutto nelle condizioni migliori di erogazione del servizio, per il personale e per i vaccinandi.

LV

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