Sestri Ponente, dal suo passato per scriverne il futuro

Se ci sono dei dati incontrovertibili, quelli sono i numeri. Lo scorrere del tempo può mutare condizioni sociali, politiche e culturali, ma i numeri e i ragionamenti legati a loro restano a testimoniare proprio le evoluzioni o le involuzioni che interagiscono su di un territorio.
Da un articolo di Paolo Arvati, che è stato dirigente dell’ufficio di statistica del Comune di Genova, si apprende che Sestri Ponente tra la fine del 1800 e l’inizio del’900 era il comune più piccolo del regno e nello stesso periodo aveva una densità abitativa superiore a quella di una città come Londra: “…Difatti questa capitale nel 1894 annoverava 4 ‘milioni e 350 mila abitanti su una superficie di Kmq 320 uguale a 13254 abitanti per Kmq. Nel 1898 aveva 6.231. 327 abitanti su una superficie di 1794 Kmq, uguale a 3473 abitanti per Kmq.” Sestri nel 1898 conta 18.912 abitanti per 1,05 Kmq…”.
I numeri sopra citati fanno parte di una relazione, finalizzata all’unificazione con l’adiacente Comune di San Giovanni Battista, per facilitare le espansioni produttive industriali che si sarebbero consolidate di lì a poco tempo intorno agli storici cantieri navali.
Esemplare di questa relazione è la visione urbanistica di questo territorio che recita :” Occorre costruire un cimitero essendo l’attuale insufficiente, vicinissimo ai cantieri navali ed officine, che lo circondano da ogni lato … Occorre costruire anche un lazzaretto per le malattie contagiose … Necessita impianto, eziandio, di uno spedale per gli infermi e i feriti poveri i quali attualmente vengono inviati a spedali di Genova … È necessario aprire nuove strade e passeggiate per favorire la costruzione di salubri case di abitazione e diradare così la popolazione di Sestri, la quale specialmente a nord della regione del Paese trovasi ammassata in maniera incredibile dentro edifici .ripugnanti ai dettami dell’igiene. Urge provvedere alla sistemazione dei corsi d’acqua i quali hanno la loro origine e il loro maggior sviluppo nel territorio di S. G. Battista e sfociano al mare “dopo attraversata la breve zona di Sestri Ponente.”
Dal 1861 al 1921, ogni vent’anni la crescita demografica è superiore al 50 % ad ogni rilevazione, con una flessione al 40% nel ventennio dal 1901 al 1921.  Dagli 8133 (Sestri + San Giovanni Battista) del 1861, proprio grazie a quel processo di insediamento di piccole e grandi realtà produttive, nel censimento del 1921 i residenti si attestano a 28041, considerando anche la crisi determinata dalla fine del primo conflitto mondiale e la conversione di quella che era stata una economia industriale legata agli eventi bellici.

La lettura di questi numeri impone una riflessione a 360 gradi proprio sulla gestione di questo territorio che dopo il 1926 sarà inglobato nella “Grande Genova” e che all’interno proprio del più ampio territorio genovese trova una pericolosa involuzione destinata a provocare una pericolosa crisi sociale in quello che è il territorio del municipio 6 di Sestri e Cornigliano.

Il futuro di Sestri è legato al ribaltamento a mare, per quanto riguarda i cantieri navali e la costruzione di due bacini per le attività di “riparazioni navali”. Questo vorrà dire un ulteriore aumento degli addetti in questo comparto, che per le politiche di fincantieri saranno ulteriori appalti rivolti a imprese che utilizzano lavoratori stranieri.

Credo che il confronto e il dialogo sui posti di lavoro tra realtà di diverse provenienze sia una ricchezza nel momento in cui questa realtà si integra col territorio, nel momento in cui a queste famiglie vengono offerti percorsi di integrazione che rendano stabili questi lavoratori e non semplicemente gli usufruttuari temporanei di posti letto che rischia di andare a configurare per Sestri il limite di “quartiere dormitorio” per andare sempre più a competere con le banlieues francesi con tutte le problematiche che ne derivano dal punto di vista sociale.

Come è stato scritto, all’inizio del 900, i servizi da erogare ai residenti erano prioritari per il processo di sviluppo del territorio, a partire dalla sanità (richiesta di Ospedale) che fu costruito sulle alture e venne potenziato con un edificio moderno negli anni 60 con ulteriori interventi a guadagnare spazi, ma ovviamente limitati.
Non ricordo da quando, come sestresi, calati nella realtà del ponente genovese, abbiamo richiesto la costruzione di un ospedale del ponente genovese con dea di secondo livello. Sicuramente con i parametri della legge Balduzzi di una decina di anni fa l’ospedale è diventato un diritto, al quale la politica amministrativa non ha voluto dare risposta, non solo, ma proprio attraverso tagli, accorpamenti e privatizzazioni si sopprime quell’ambito di welfare che ha permesso, non solo a Sestri Ponente di crescere ma è cresciuta Genova, il triangolo industriale e tutto il Paese.

La mancanza di una visione della città è l’elemento disarmante dell’attuale amministrazione sia comunale che regionale e il taglio dei servizi al cittadino determina quell’impoverimento della città
che parte proprio con la crisi demografica, ma d’altra parte da una amministrazione che ha chiuso l’ufficio di statistica, quindi anche la possibilità di intervenire quando i numeri danno delle indicazioni precise, non ci si può aspettare altro che slogan e paillettes.
Loris

Fonti storiche tratte da “Cronache resistenti” di Paolo Arvati pag. 137-138

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