Un 25 aprile per Zaki

“Il primo significato di libertà che assume la scelta resistenziale, è implicito nel suo essere un atto di disobbedienza. Non si trattava tanto di disobbedienza a un governo legale, perché proprio chi detenesse la legalità era in discussione, quanto di disobbedienza a chi aveva la forza di farsi obbedire. Era cioè una rivolta contro il potere dell’uomo sull’uomo, una riaffermazione dell’antico principio che il potere non deve averla vinta sulla virtù.” (Claudio Pavone)

Abbiamo ricordato l’eccidio della Benedicta e tra circa un mese ricorderemo i sopravvisuti della  Benedicta che dopo essere stati imprigionati e passati sotto le torture alla Casa dello Studente saranno trucidati presso il Passo del Turchino.

Impossibile non rivolgere un pensiero a un ragazzo come Patrick Zaki, incarcerato arbitrariamente e sottoposto a forme di torture psicologiche e forse anche fisiche, considerando cosa è accaduto sotto quel regime al nostro Giulio Regeni.

Il voto contrario da parte della maggioranza di destra nel Comune di Genova, ad un ordine del giorno che chiedeva un impegno da parte dell’amministrazione a favore della liberazione del giovane, rafforzando la richiesta con la concessione della Cittadinanza Italiana rende Bucci e la sua maggioranza conniventi del regime di Abdel Fattah al-Sisi. Nel mese della Festa della Liberazione ancor più stretto si fa il rapporto col giovane Zaki e i giovani partigiani di allora. Ancor più alto si leva una richiesta di democrazia e di rispetto dei diritti umani in Egitto.


Dopo gli episodi relativi a l’ordine del giorno antistorico sulla comparazione fascismo/antifascismo, a l’intitolazione del porticciolo di Nervi a uno della Decima mas e al tentativo di cancellare la memoria di Attilio Firpo dalla passerella sul Bisagno nelle vicinanze della quale fu assassinato, sto valutando di disertare qualsiasi iniziativa sulle tematiche antifasciste dove fosse presente una rappresentanza di questa maggioranza in Comune

Loris Viari