studenti anni 70

Giovani e Antifascismo nella metà degli anni 70 – Invito alla riflessione

Manoscritto originale (aprile 1975)

Premessa – Ho ritrovato il testo della commemorazione del 25 aprile che ho fatto da studente nel 1975 e diffusa dall’ufficio del Preside del C.I.T.I. G. Galilei di allora a tutti gli altoparlanti collocati nelle classi.
La ripropongo con le stesse parole e gli stessi errori perché sarebbe troppo facile attribuire retro pensieri ad un ragazzo di 21 anni di allora con la “maturità” storica e politica di un sessantasettenne di oggi. Sicuramente di questo testo oggi possiamo stigmatizzare una certa enfatizzazione retorica, ma sarebbe sbagliato non riconoscere in quelle righe un entusiasmo e un attaccamento ai “valori” che sono spesso diventati merce rara nell’incedere negli anni. Non leggo di una generazione che “chiede”, ma di giovani che vogliono decidere del proprio destino.
Nel rileggere non ho potuto fare a meno di osservare che anche se era il 1975, nel dibattito politico anche dei giovani erano presenti i pericoli che si sarebbero concretizzati di li a pochi anni col rapimento Moro e con la strage di Bologna. Anche il riferimento ai “mandanti”, con quanto si sarebbe accertato processualmente con il coinvolgimento della P2 è estremamente significativo.

“Trent’anni or sono le forze partigiane, unite alle masse popolari, marciavano verso il vittorioso epilogo di anni di sofferenze, di miseria, di dittatura fascista.
La vergogna di un ventennio era così, attraverso la rivoluzione partigiana, riscattata. Un riscatto pagato con un tributo di sangue elevato, un tributo in cui i giovani nelle primissime file davano il loro meglio, i loro migliori compagni, i loro migliori anni.

Chi, non può in questi momenti fare a meno di ricordare nomi come E. Curiel, i fratelli Cervi, Duccio Galimberti e molti altri forse sconosciuti, ma non meno valorosi.
Ma non è nostro compito oggi ricordare date e nomi. Il nostro compito oggi è quello di trarre da quelle date e da quei nomi, quei valori umani, politici e sociali che devono essere la base del nostro essere democratico.
Ma quand’è, in quali momenti ci si domanda perché i valori della Resistenza sono oggi attuali, più vivi che mai?

Purtroppo è cronaca di questi ultimi anni:
Piazza Fontana
Brescia
Italicus


Una matrice unica, inequivocabile. La matrice fascista. Chi strumentalmente, per rozzi calcoli elettorali additava la teoria degli opposti estremismi, viene sconfessato.
Forse qualcuno auspicava che la Resistenza fosse terminata il 25 aprile del 45. Si sono sbagliati! La Resistenza antifascista non è mai terminata ed i giovani che ieri combattevano sulle montagne, sono gli stessi giovani che hanno pianto in questi giorni Claudio Varalli e Giannino Zibecchi. Sono gli studenti che in questi giorni, insieme ai giovani di ieri, civilmente con la responsabilità della ragione hanno manifestato la propria volontà di lotta, il loro sdegno
.
Antifascismo non è oggi un facile vestito con cui coprirsi o un’etichetta buona per collezionisti. E’ la nostra lotta: nella scuola per il rinnovamento, nella fabbrica per nuove condizioni di lavoro.

I giovani sono coscienti del compito che li attende. Anni di lotte imperniate sulla volontà di cambiare.
La conquista del diritto di voto a 18 anni è stato pagato con la maturità e la responsabilità con cui in questi anni è stato chiesto agli “organi competenti” chiarezza sulle “trame nere” e un nuovo modo di governare partendo dalle esigenze delle nuove generazioni, oltre che respingere quei sussulti con cui il terrorismo vorrebbe tornare indietro.

Il 25 aprile del 45 ci ha insegnato che non saranno gli Almirante, i Piaggio o i generali golpisti che potranno farci tornare indietro. Non stiano tranquilli i foraggiatori. I giovani non transigeranno. La parola d’ordine deve essere: “colpire i mandanti e gli esecutori”. Inerzie e connubi non saranno permessi, e non si creda altresì che le facili parole d’ordine o lo scontro di piazza fine a se stesso possa oggi essere una soluzione.

Il volto è oggi quello di un’Italia che cambia ed i giovani sono i protagonisti di questo cambiamento.”

Aprile 1975
Loris Viari
(letto alle classi del C.I.T.I. G. Galilei di Genova)

Con l’incoscienza dentro al basso ventre
E alcuni audaci, in tasca “l’Unita'”,
La paghi tutta, e a prezzi d’inflazione,
Quella che chiaman la maturita’

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