Generale dietro la collina….ci sta la sanità pubblica e poverina…

Egregio Generale Figliuolo,
Dopo che abbiamo avuto un ministro degli interni che sfoggiava felpine varie e bermuda al Papeete, che lei venga in mimetica o meno direi che è irrilevante.
Rilevante invece è il linguaggio adottato quando parlando di “guerra”, individua nel virus il nemico da abbattere.
Quando, ad esempio, parliamo di guerra alla fame, sicuramente con una buona percentuale di ipocrisia ci premuriamo di individuare quelle che possono essere le cause che portano alla fame intere popolazioni: sfruttamento delle risorse, mancanza di lavoro, sfruttamento indecente da parte di multinazionali del petrolio, delle monoculture intensive, ecc… Ovviamente citarle non costa nulla.  Un kg di indignazione la si concede a tutti.
Parlando di guerra al virus invece, si dà per scontato che il problema sia per opera divina e che siamo tutti “sulla stessa barca”.
 Non è così!
Il virus, come altre malattie, sarebbe stato comunque inevitabile. Evitabile sarebbero state le conseguenze che il virus ha portato con sé. Conseguenze che sarebbero forse state attutite, per quanto riguarda il nostro Paese, se la sanità pubblica non avesse subito i processi di aziendalizzazione, e, nel nostro sistema sanitario non ci fosse stato chi determinava le condizioni per impoverire le competenze delle strutture pubbliche a favore dei privati.
Questo impoverimento ha portato a non investire nella ricerca, dove abbiamo dimostrato nonostante tutto di avere ancora delle eccellenze (l’isolamento del virus allo Spallanzani ne è la dimostrazione).
Ha portato a non essere protagonisti e conseguentemente non essere tempestivamente nell’ottica della produzione autonoma di un vaccino proprio.
Questa gestione ha portato a una destrutturazione delle reti sanitarie territoriali pubbliche, spesso per mancanza di personale perché non si è investito in formazione, soprattutto non si è voluto investire nell’ accudimento e la cura degli anziani che nelle RSA sono fonte di ricchezza per “privati”.
Ha portato alla generazione di diseguaglianze territoriali che hanno accentuato territorialmente la qualità del servizio reso dal sistema sanitario.

Generale, l’hub che ieri a Genova è venuto a inaugurare è il prodotto di tutto questo, pertanto, non siamo tutti sulla stessa barca e se vorrà fare “la guerra” alle condizioni che hanno generato una sanità pubblica “zoppa” mi potrebbe trovare volontario come le Brigate Internazionali in Spagna nel 1936, diversamente non sono interessato e ritengo autenticamente scorretto intellettualmente e retorico il concetto di “Guerra al virus”.

L.V

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