Signora Sindaca di Ne, No Grazie

La sua applicazione dell’“arbitrarietà” nel linguaggio che ha utilizzato nel comporre il manifesto del “25 aprile” lascia sbigottiti e offesi.
Sbigottiti, perché comunque la si pensi, una rappresentante delle Istituzioni deve il rispetto a quelli che sono i valori fondanti della nostra Nazione, della sua forma giuridica e di coloro che furono i protagonisti di una lotta, che sconfisse la dittatura in Italia e che contribuì alla sconfitta del nazismo in tutta Europa.
Per non prestare il fianco ad equivoci sono due gli aspetti che saltano agli occhi di quel manifesto: la prima è la meticolosa assenza in tutto il testo di parole come “Resistenza”, “Partigiani” e “Guerra di Liberazione”.
La seconda è l’ostentato omaggio ad un caduto nella battaglia di Nikolaevka che necessiterebbe di considerazione diversa e che con i temi del 25 aprile e della Resistenza non ha niente a che spartire anzi, per amor di verità storica, se quella aggressione da parte di nazisti e fascisti avesse avuto esito opposto sarebbe stata scritta dell’Europa ben altra storia e, per molto tempo ancora, i fumi dai camini dei campi di sterminio avrebbero offuscato i cieli d’Europa con buona pace dei revisionisti di casa nostra.
Celebrare pertanto il “25 aprile” onorando episodi che sono la negazione stessa del significato di quel giorno del 1945, denota la sua completa inadeguatezza a ricoprire, al di là di come uno la possa pensare, il ruolo istituzionale che attualmente ricopre.
Loris Viari

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